UNA CARMELITANA LASCIA IL CONVENTO - Odette Chemin racconta il suo incontro con Cristo


[Capii il mio grave peccato. Mi ero rivolta a degli idoli senza rendermi conto che non si può andare al Padre se non per mezzo di Gesù Cristo che è la via, la verità, e la vita". Fui totalmente convinta. Fu una grazia meravigliosa, un’illuminazione: cominciai ad intendere qualche cosa di profondo sulla Croce di Gesù]

"Come la cerva agogna i rivi dell’acque, così l’anima mia agogna te, o Dio. L’anima mia è assetata di Dio, dell’Iddio vivente" (Salmo 42:1,2)


Ho fatto con il mio Salvatore un’esperienza meravigliosa, esperienza che da quando gli appartengo nella Verità si rinnova del continuo per la Sua grazia.


Fin dalla mia tenera età avevo sete di conoscere DIO. Una voce interiore non mi dava nessuna tregua, fino al giorno in cui incontrai il mio Salvatore nella Verità e nella Luce del Suo Evangelo. Ho sempre avvertito il bisogno di un appoggio solido, di un rifugio, e di una consolazione. Non fu dunque nella mia famiglia o nel mio entourage che potei trovare DIO; io però portavo nel mio intimo una vocazione, il pensiero dell’eternità non mi lasciava, avevo sete d’infinito.

Cercai DIO nella mia religione. Eravamo cattolici. Ma non Lo trovai. Lo cercai nella natura che amavo molto, ma il mio cuore rimase insoddisfatto. Mi ricordo ancora come all’età di 9 anni, non avendo potuto partecipare ad una festa dov’ero stata invitata, provai una profonda tristezza ed un’angoscia al pensiero di tutte quelle anime che pensavano soltanto a divertirsi dimenticando il loro Creatore e il loro Salvatore. Fuggii distrutta in Chiesa ai piedi di una croce e piansi.

DIO, che non conoscevo ancora, mi mise il peso delle anime perdute. Aspirando ad una più grande consacrazione, e desiderando placare quella voce interiore che mi perseguitava, decisi di entrare segretamente in convento. Avevo 23 anni e fui ricevuta al Carmelo di Beaune in Costa d’Oro. Durante il primo anno sui due che vi passai credetti di possedere quella pace alla quale aspiravo, ma fu di corta durata… Poi ci fu la "vestizione", una cerimonia molto commovente dove fui vestita di bianco, in sposa di Cristo, ma ahimè nell’errore. Fin dal giorno seguente le lotte ricominciarono, ma il mio Signore mi teneva ugualmente già nella Sua mano.

Al Carmelo, si viene messi alla prova per due anni, per vedere se si sopporta una regola così dura. Quel convento è una vera prigione con le sue sbarre. Eravamo in trenta a viverci. Dovevamo sottometterci a numerose mortificazioni: le religiose sono invitate a percuotersi le spalle con una frusta finché il sangue non è sgorgato; talvolta una di noi doveva coricarsi sulla soglia della porta affinché tutte le altre le camminassero sopra; certe religiose si mettevano un cilicio, cioè un cerchio di ferro guarnito di punte all’interno che si mette intorno alla vita sulla pelle e che schiaccia dolorosamente.

La regola era molto austera: 40 giorni di digiuno all’anno, l’obbligo d’osservare un completo silenzio (avevamo tutt’al più il diritto di scambiare qualche parola dopo il pasto di mezzogiorno), la sveglia era fissata alle 4 del mattino, d’inverno bisognava pregare per ore in locali non riscaldati. La piccola Thérèse di Lisieux, un’anima sincera dichiarata santa dopo la sua morte, e di cui hanno fatto un vero idolo, soffrì molto freddo; entrò nel convento del Carmelo all’età di 15 anni e morì a 24 anni di tubercolosi, malattia che contrasse per le privazioni e la durezza del sistema a cui lei era stata sottoposta; prima di morire, dichiarò: "è sbagliato tentare DIO fin là"; ella passò attraverso le mie stesse prove di fede, ma poiché aveva pronunciato già i voti definitivi, non ebbe il permesso di uscire, malgrado il suo desiderio.

Neanch’io sopportai quel sistema e mi ammalai per la grazia di DIO, il dottore esigette che io uscissi dal convento qualche giorno prima che io pronunciassi i voti definitivi. Ci sono veramente le tenebre sotto l’apparenza di una grandissima religione, ma dopo la mia uscita dal Carmelo ci volle più di un anno per riadattarmi alla vita nel mondo. Non potevo più mettermi in ginocchio in una Chiesa. Desideravo sempre con tutto il mio cuore incontrare DIO. La mia sofferenza interiore divenne terribile, dovetti riprendere la lotta sola nella vita, come l’uccello sul ramo, sentendo quel vuoto attorno a me. Dopo essermi un po’ ristabilita, presi un lavoro, ma mi ammalai di nuovo dopo 6 mesi. Essendo dovuta andare sulla Costa Azzurra a Hyères fra le palme per la mia convalescenza, dovevo incontrare il mio Salvatore!!

Un giorno mentre passeggiavo sono entrata in una cappella dove si annunciava il pieno Evangelo. Rimasi profondamente toccata dalla semplicità della predicazione e da tutta la riunione. Fu per me una rivelazione, vi ritornai. Alcuni giorni dopo, il Signore mi parlò e mi disse: "Figlia mia, non lasciare passare la grazia che cerchi da così tanto tempo. Afferrala!" Piansi molto… Tutte le mie obiezioni caddero una dopo l’altra. Capii il mio grave peccato. Mi ero rivolta a degli idoli senza rendermi conto che non si può andare al Padre se non per mezzo di Gesù Cristo che è la via, la verità, e la vita". Fui totalmente convinta. Fu una grazia meravigliosa, un’illuminazione: cominciai ad intendere qualche cosa di profondo sulla Croce di Gesù. Gesù è l’Uomo di dolore di cui parla Isaia 53, che si è caricato dei miei peccati e delle mie infermità. Egli perdonò tutti i miei peccati e mi diede la Sua pace che sorpassa ogni intelligenza e domina tutte le prove. Conobbi una gioia profonda scoprendo il Suo amore che non manca mai.

Io Lo benedico per la certezza della vita eterna che comincia fin da quaggiù. Quale privilegio di poter conoscere questa tranquillità profonda e di sapere di essere guidati giorno dopo giorno perfettamente! A una condizione però: se ci abbandoniamo alla Sua volontà interamente qualunque cosa ci costi. Poco dopo ricevetti il battesimo dello Spirito Santo di potenza secondo le promesse. Ora capisco veramente quello che significa essere la Sposa di Cristo; noi tutti che gli apparteniamo, noi siamo la Sua Sposa che lo Spirito Santo prepara per andare al Suo incontro, vestita dell’abito di lino fino ricamato di fiori. Quei fiori sono il frutto dello Spirito Santo: la pace, la gioia, l’amore, l’umiltà, la dolcezza…

Ci sono anche i fiori dei sacrifici e delle sofferenze, che sono come un’immolazione continua di noi stessi affinché Gesù si manifesti in noi. Egli desidera che noi siamo del continuo nella Sua via affinché noi viviamo della Sua vita di risurrezione di vittoria in vittoria, di scoperta in scoperta. È una vita nell’abbondanza. Io benedico il Signore per la via della sofferenza che ho dovuto seguire dopo la mia conversione e che mi ha permesso di conoscere meglio il mio prossimo. Le prove nella mia vita sono le più grandi benedizioni, poiché mi permettono di conoscere meglio la Persona di Gesù, la Sua Parola e tutte le ricchezze che vi sono nascoste. Quanto sono meravigliata da questa grazia che mi accompagna e mi oltrepassa!

Una sera a Parigi andai a visitare una ragazza che doveva entrare il giorno seguente nel convento delle trappistine (regola molto rigorosa, assoluto silenzio, si comunica solo a gesti); le diedi la mia testimonianza e ricevetti in quel momento la certezza ch’ella sarebbe stata salvata. Un anno dopo appresi che ella aveva dato il suo cuore al Signore, aveva ricevuto il battesimo per immersione e il battesimo dello Spirito Santo con i doni spirituali. Il Signore mi ha anche liberato molte volte dalla malattia unicamente mediante il Suo intervento. Al Carmelo il nostro scopo era la contemplazione e il ministero della preghiera. Quella vocazione mi è rimasta dopo la mia conversione. Mediante lo Spirito Santo ho inteso quello che è l’adorazione e la vita nascosta in Cristo, profonda ed eterna, il ministero della preghiera per l’opera di DIO, per le anime perdute e per i servitori di DIO che hanno bisogno di essere sostenuti.

Che il Signore mi riempia sempre più del Suo Spirito di grazia e di verità per la Sua sola gloria! C’è un prezzo da pagare per diventare un vero discepolo del Signore che Gli sia gradito. Non bisogna curarsi del "cosa diranno" né delle critiche, né delle persecuzioni di cui si può essere oggetto… "Poiché è attraverso molte tribolazioni che noi entreremo nel Regno di DIO", come disse l’Apostolo. Ma se i nostri occhi sono fissi su Gesù, noi siamo vincitori.

Fin dalla mia conversione il Signore mi ha particolarmente messo a cuore la preghiera per il Suo ritorno. Tutto infatti indica che noi viviamo negli ultimi tempi. Dobbiamo essere fra le vergini sagge le cui lampade sono piene d’olio. In questi ultimi anni molte religiose, monaci e preti sono venuti alla luce dell’Evangelo e io stessa ho avuto occasione d’incontrare molti cattolici sinceri che sono stati toccati dalla potentissima grazia di DIO e sono venuti alla conoscenza della Parola. A Gesù sia resa tutta la gloria!

Odette Chemin 



Fonte: www.lanuovavia.org/testimonianze_02_conversioni_064.html