"DALLA FEDE NEI DOGMI CATTOLICI ALLA FEDE NELL' EVANGELO"


Mi chiamo Antonio, ho 38 anni e sono un insegnante. Da più di un anno ho conosciuto il Signore e a Lui ho dato la mia vita avendo conosciuto il suo amore per me nel perdonare tutti i miei peccati. Ringrazio Dio per avermi chiamato a seguirlo nella strada che fino a un anno fa era per me impensabile e cioè quella della fede evangelica, abbandonando la chiesa cattolica dopo aver militato in essa per tanti anni e ricoprendone i ruoli più diversi: catechista dei corsi di 1^ comunione, di cresima, ministro straordinario dell’eucaristia, coordinatore gruppo giovanile parrocchiale di azione cattolica, organista.

Potrei continuare a elencare altri incarichi rivestiti ma mi fermo qui perché già questo basta a fare capire come il Signore abbia operato nella mia vita e come, visto le mie approfondite conoscenze dottrinali del cattolicesimo, abbia aperto i miei occhi alla verità della sua Parola.

Ma andiamo con ordine e vediamo come è avvenuto tutto questo.


Sebbene militassi a pieno titolo nella chiesa cattolica e fossi un fedele “praticante”, la mia vita spirituale andava avanti continuamente tra alti e bassi. Soprattutto ero convinto, e così mi era stato insegnato, che Dio si aspettava da me un cristiano modello, uno dei primi della classe. Ero certo che dovevo necessariamente rendermi gradito a Dio per mezzo di conquiste spirituali e soprattutto di una fede incondizionata nei dogmi nella dottrina cattolica.

Avevo sempre letto e studiato testi che mi parlavano di teologia e della Parola di Dio, ma raramente attingevo direttamente ad essa. Quando lo facevo ne filtravo il suo contenuto secondo gli insegnamenti della tradizione della chiesa. Pensavo che la fede fosse l’assenso intellettuale agli insegnamenti di Gesù proposti secondo quell’insegnamento e adesso riconosco che si trattava di una fede intellettualmente “matura” ma spiritualmente poco significante.

Conobbi in seguito anche il rinnovamento carismatico e questo mi fece scoprire la presenza di un Gesù diverso da quello che avevo conosciuto dottrinalmente, un Gesù, cioè, vivente ma la mia fede, sebbene avesse fatto un piccolo salto di qualità, era pur sempre ondivaga e fluttuante tra mille sensi di colpa per l’impossibilità di potermi rendere gradito a Dio tramite il rispetto dei riti e dei sacramenti e il sentimentalismo che mi faceva gustare la presenza del Signore secondo il mio umore. La cosa che mi feriva di più era l’incertezza di sapere se tutto questo mi avrebbe dato la salvezza e se sarai andato in paradiso. Dal canto mio, comunque, pensavo di fare di tutto per meritarmelo. Però ero infelice….

Andando avanti negli anni, i dubbi riguardo alla fede che professavo si acuirono a tal punto che a poco a poco la mia fede si affievolì sempre di più a causa di una vuotezza riscontrata nella ritualità e un mondo che mi allettava con le sue proposte. Cominciai ad avere una sete imperiosa di conoscenza delle filosofiche materialiste che misero ulteriormente in crisi il lato spirituale della mia esistenza.

Mi sposai, ma il mio matrimonio cominciò a risentire di un carattere difficile come il mio imbevuto ormai di un egoismo esasperato e di una fede ormai ridotta a brandelli. Ero alla ricerca di Qualcuno che realmente desse un senso profondo alla mia esistenza. Continuavo a praticare la religione ma essa era diventata vuota per me. Studiai allora testi di filosofia orientale, di magia e le altre religioni per sapere dove fosse quella Verità a cui il mio cuore aspirava. Essa era talmente vicina e non me ne accorgevo, eppure gridavo, di tanto in tanto, al Signore di darmi una mano, una luce, un segno che mi facesse comprendere come stavano veramente le cose!

I rapporti con mia moglie diventavano sempre più tesi a causa della mia agitazione continua che aveva la sua naturale conseguenza in arrabbiature per un nonnulla e nell’amareggiarmi la vita per delle sciocchezze. Nemmeno la nascita di mio figlio riuscì a portare in me una relativa tranquillità. Capì allora che la mia vita si stava avviando verso un baratro infernale e verso l’autodistruzione. Non comprendevo, però il perché di tutto questo: ormai riuscivo a controllare solo a stento i miei stati d’animo che diventavano sempre più acerbi.

Ma, gloria a Dio, quella preghiera ricorreva nella mia mente anche in mezzo a quell’inferno mentale in cui mi ero cacciato. Mi chiedevo perché mi stesse succedendo tutto questo e non me ne sapevo dare la risposta. Ma il Signore ascoltò il mio grido! Ricordo ancora vivamente quella mattina, quando recandomi al lavoro in preda all’amarezza più profonda per la solita scenata della sera precedente a causa di sciocchezze, pregai lungo il tragitto dicendo al Signore: “Perché la mia vita è ridotta in questo modo? Sento l’inferno addosso a me! Se esisti veramente ti prego di aiutarmi tu, Signore, o non so più che futuro mi aspetta.”

Avevo raggiunto il fondo ed il colmo della disperazione. Elevai, perciò, questa preghiera dal profondo del mio cuore e cominciai a vedere subito all’opera il Signore e i miracoli che compie il nostro Dio vivente!

Quella mattina, tornando dal lavoro, in preda a mille pensieri sbagliai pure a prendere l’autobus che mi doveva portare a casa. Percorsi a piedi un piccolo tratto per arrivare alla fermata che mi avrebbe permesso di prendere il bus giusto e Dio volle che passassi davanti ad una libreria evangelica dove in vetrina stava un libro dal titolo “Pronto soccorso per un matrimonio ferito”. Mi fermai di scatto ed entrai a comprare quella pubblicazione, che cominciai a leggere per strada mentre ero ormai in prossimità della fermata. Il libro raccontava l’esperienza di una sorella il cui matrimonio era stato guarito da Dio ed Egli aveva potentemente condotto alla fede il marito.

Lessi la testimonianza del marito nato di nuovo: egli riportava il brano biblico tratto dalla seconda lettera a Timoteo 3:1-5, dove viene descritto colui che non ha rispetto né di Dio, né tanto meno del prossimo e che vive solo per il suo egoismo sfrenato. E così era lui prima che il Signore lo toccasse. Alla lettura di questo passo non so cosa mi successe. La Parola di Dio, come spada affilata, penetrò in me e fece potentemente traballare il trono su cui mi ero assiso e da cui dirigevo la mia vita: il trono della superbia. Fu uno shock terribile per me…Dio mi aveva risposto, aveva aperto i miei occhi spirituali e mi stava facendo vedere come mi ero ridotto. A poco a poco, sotto la pioggia battente e lì, a quella fermata, il mio cuore si frantumò in mille pezzi e le lacrime cominciarono a sgorgare copiosamente dai miei occhi. Mi sentì in quel momento l’essere più abietto e disgustoso della terra per i peccati che avevo fatto e continuavo a commettere verso Dio e verso il mio prossimo, specialmente nei confronti di mia moglie e della mia famiglia.

Ed il Signore mi richiamava a ravvedimento promettendomi di trasformarmi secondo la descrizione contenuta in 1 Timoteo 3:2-4. Egli mi fece sperimentare quanto è scritto nella sua Parola “…la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l’anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore.”(Ebrei 4:12). 

Sentì subito il desiderio di chiedere perdono a Dio con tutto il mio cuore e a fare tabula rasa dentro di me per offrire totalmente la mia vita a Lui. Invocai Gesù come non l’avevo fatto mai prima e gli chiesi di essere il mio Salvatore. Lo supplicai di farmi diventare suo figlio e promisi di volerlo seguire con tutto il cuore. Lo pregai di curare, di guarire la mia vita e di dirigere i miei passi per mezzo della sua Parola.

Arrivai a casa con una luce particolare nei miei occhi e con una certezza incrollabile, quella cioè di essere stato purificato dal sangue di Cristo, di essere nato di nuovo e di essere un figlio prezioso agli occhi del Signore. Mi sentivo realmente vuoto di me stesso ma pieno della gloria di Dio. La mia vita era stata trasformata in un attimo per mezzo di una Parola. Ero, perciò, nato di nuovo ma non sapevo cosa fare in questa nuova situazione in cui mi trovavo. Mia moglie notò subito che c’era qualcosa di strano e di nuovo nel mio comportamento e gli comunicai cosa mi era successo.

Anche lei, sbigottita, non sapeva che dire e si limitò a sottolineare:”Se quel libro ha aiutato te, allora può aiutare anche me affinché Gesù sani il nostro matrimonio non come un vaso rotto incollato ma come un’opera totalmente nuova e ben rifinita”. Ringrazio Dio per mia moglie che non ha mai smesso di pregare per me e per il nostro matrimonio. La mia vita fu trasformata quel giorno e un senso di profonda pace, gioia e amore si impossessarono di me.

A poco a poco il Signore mi fece capire l’importanza di leggere costantemente la sua Parola se volevo camminare con due gambe, anziché con quella sola della preghiera. Feci un patto col Signore chiedendogli di farmi trovare il tempo di leggere 3 capitoli al giorno della sua Parola, mentre io mi impegnavo a terminare la lettura della Bibbia in un anno. Il Signore non ha mai mancato di onorare ogni giorno questo patto.

Leggendo la Parola capì molte cose. Compresi, ad esempio, che, com’è scritto in Marco 12,24, “erravo perché non conoscevo le Scritture, né la Potenza di Dio”; “che avevo zelo per Dio ma senza la conoscenza” (della sua Parola) (Romani 10:2).

Nel frattempo pregai il Signore affinché mi desse dei fratelli con cui condividere la mia fede. Dopo un mese dalla mia nuova nascita, una sera, fui attirato, senza sapermene spiegare il motivo, a entrare in un locale di culto evangelico spinto da una ispirazione interiore e sebbene non mi dichiarassi apertamente evangelico, per fede cominciai regolarmente a frequentare le riunioni di preghiera, di studio biblico e i culti. Il mio cuore si infiammò ulteriormente d’amore per Gesù grazie ai nuovi fratelli che Egli mi metteva accanto.

La domenica, però, continuavo ad andare alla messa cattolica perché credevo che si potesse rimanere cattolico, seppure simpatizzando con la fede evangelica. Nonostante un colloquio col Pastore non riuscivo ancora a capacitarmi della necessità di abbandonare la chiesa cattolica per aderire completamente alla guida della Parola di Dio. Pregavo perché il Signore mi rivelasse la sua volontà e camminassi nelle Sue vie, anziché nelle mie e bisognava fare i conti ancora con quel briciolo di attaccamento alle tradizioni che fino allora avevo professato.

Sapevo bene che la chiesa cattolica insegna non solo l’ispirazione e l’infallibilità della Sacra Scrittura, ma anche che “l’ufficio di interpretare autenticamente la Parola di Dio ….è stato affidato al solo magistero vivente della chiesa, la cui autorità è esercitata nel nome di Gesù, cioè ai vescovi in comunione con il successore di Pietro, il vescovo di Roma. In parole povere, non potevo leggere la Scrittura se non come me la interpretava la chiesa cattolica, secondo la sacra tradizione.

Leggendola, però, mi rendevo conto che alcune dottrine cattoliche non solo non erano presenti nella Scrittura in quanto frutto di elaborazioni successive, ma la contraddicevano apertamente.

Da buon cattolico, però, non volevo lasciare la “santa madre chiesa”! Mi sentivo, però, come Nicodemo che andava di notte e di nascosto da Gesù per conoscere la Verità, ma per rispetto umano voleva continuare a gravitare in una fede che aveva perso ogni interesse.

Pregavo, continuamente il Signore affinché mi facesse conoscere dove stava la Verità. Il Signore mi mise davanti il passo di 2^ Cor 15:3 “Esaminatevi per vedere se siete nella fede; mettetevi alla prova. Non riconoscete che Gesù Cristo è in voi? A meno che l’esito della prova sia negativo.” Dovevo perciò verificare se stavo prendendo un abbaglio o se, lasciando la chiesa cattolica, stavo facendo un grande errore nella mia vita.

Per mettere alla prova la mia fede il metro di riferimento era, ancora una volta, la Parola di Dio che andava letta senza “interferenze” cattoliche. Misi al vaglio della Bibbia la conoscenza di alcuni dogmi della fede cattolica perché ero intenzionato a seguire Cristo nella Verità e nella coerenza piuttosto che trascinarmi in una strada dalle direzioni contrastanti. Trovai in Atti al cap. 17, vers. 11, la risposta ai miei dubbi, grazie al comportamento dei giudei neo convertiti al Cristianesimo di Berea: “(Essi) ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così.”

Questo mi fece capire quanto fosse importante ubbidire a Dio e preferire la Sua gloria, invece di quella degli uomini. Lo Spirito Santo, intanto, lavorava in me e una domenica mattina, mi diede la forza che mi mancava: improvvisamente non c’erano più incertezze circa la verità e mi apparve chiaro il passo da compiere: schierarmi cioè pienamente con la Parola di Dio.

Scomparve subito ogni timore e ogni dubbio e cominciò così la mia grande avventura col Signore che mi ha portato al battesimo e a una vita ricca, benedetta e di vittorie per mezzo di Colui che è fedele da rendere a ciascuno secondo la ricchezza della sua grazia.

IL SIGNORE SIA LODATO!