Dialogo tra un cattolico romano e l'ex suora Annamaria Mazzari


Cattolico romano: Egregia suor Elisabetta ( nome di quando annamaria era suora ), il senso della mia domanda è presto svelato. In tutta franchezza, anche se Lei lo ha deposto, non mi vieti di chiamarla usando il nome che Dio, tramite i Superiori, le impose quando prese il velo. Sono disposto a scommettere ogni cosa, sul fatto che quello è il nome con cui Gesù la conosce.

ANNAMARIA: Sig. Raffaele M., non sono egregia ma una semplice persona che vuole obbedire alla Parola di Dio. A proposito di vita religiosa, vorrei precisare che gli «ordini religiosi» non sono un’ideazione di Cristo, ma invenzioni d’uomini, introdotte diversi secoli dopo il periodo apostolico. Quello che viene da Dio sta scritto nella Bibbia; «l’oltre quello che è scritto non è da Dio» ! (Cor 4,6). Lei parla di «frutto bacato» eppure lei è convinto che il papa sia il vicario di Cristo e che nei concili chi decide è proprio il papa assistito dallo Spirito Santo. Come può permettersi, visto che è un convintissimo sostenitore della chiesa cattolica e del suo magistero, d’offendere lo Spirito Santo? Possibile che in quella circostanza la terza Persona della SS. Trinità abbia dato suggerimenti bacati? Io non credo più che il papa sia il vicario di Cristo né ai concili, ma per lei non è così!



Cattolico romano: Vi, prego, per non stancarvi cercherò d’essere breve. Purtroppo, la necessaria stringatezza cui mi sforzerò d’esprimere i concetti, temo che potrà prestare il fianco a equivoci. In tal caso, ve ne chiedo perdono fin da adesso e chiedo soltanto, onde dissiparli, di poter continuare la corrispondenza. Ovviamente attenderò dei vostri segnali in tal senso. Torniamo al tema. Correggetemi se sbaglio, ma, da ciò che ho capito leggendo il vostro testo (e adesso me ne date conferma) i dubbi e le difficoltà che vi hanno portato a tali atti, si sono rinforzati negli anni ‘60. Il vostro voler cercare la «luce», nella regola remota della Fede, la Sacra Scrittura, ha non l’ultimo dei suoi motivi, più o meno inconsci, nella confusione che vedevate venire da ciò che dovrebbe essere la regola prossima, cioè il magistero ecclesiastico.

ANNAMARIA: Non capisco perché definisca la Sacra Scrittura «remota regola», se «Gesù è lo stesso Cristo ieri, oggi e in eterno» (Eb 13,8) e ancora se Cristo ha dato ordine d’evangelizzare in tutti i tempi tramite la sua Parola, come può questa Parola essere definita remota — e, al contrario, «regola prossima» ciò che dice il magistero ecclesiastico? E dove sta scritto sulla Parola di Dio che l’insegnamento del magistero «è parola di Dio»? Che la Bibbia sia ispirata da Dio e che lei sola sia utile, lo so: «Ogni Scrittura ispirata da Dio è utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona» (2 Tim 3,16s); quello che vale per «l’uomo di Dio», vale quindi anche per il magistero, se è formato veramente da uomini di Dio. Con questa spiegazione di cosa è la Parola di Dio, che me ne faccio della regola prossima del magistero? Correrei il rischio che tale regola non sia (anzi non è) sempre in sintonia con la misura di base, cioè la Sacra Bibbia. La «confusione» di cui parla, la crea proprio la chiesa cattolica, perché non s’attiene il più delle volte a ciò che è scritto nella Parola, ma spesso e volentieri s’affida alla Tradizione dei padri (uomini come noi che possono errare e hanno errato in materia di fede).

Cattolico romano: I superiori avevano perso, ai vostri occhi, autorevolezza. Ma forse questo è, a sua volta una conseguenza. Avete dovuto cercare fuori del convento e poi fuori della Chiesa (prima tra i neocatecumenali e poi nel protestantesimo), ciò che non lì non c’era più: Gesù Cristo.

ANNAMARIA: Le ho già scritto sopra che gli ordini religiosi non hanno fondamento biblico. Poi, secondo lei dove sta Gesù Cristo? In Vaticano? Forse un giorno ci andrà, ma con la frusta per cacciare i «nuovi venditori» d’indulgenze e di false dottrine, di ricchezze compreso lo IOR. Io credo che Gesù sia in tutti coloro che sono «nati da alto» (Gv 3,3 e 3,5); nascere da acqua significa essere rigenerati dalla Parola (1 Pt 1,23) non dalla regola prossima del magistero cattolico.

Cattolico romano: Ci credo che la Messa vi sembrava una cerimonia vuota, di cui non riuscivate più a vedere l’utilità. Vi è sembrato un di più, di quelli contro i quali mette in guardia l’Apostolo delle Genti. Avevate perfettamente ragione! Le liturgie cui partecipavate non realizzavano più il Sacrificio Eucaristico. In definitiva, non vi condanno, non ne ho né l’intenzione, né l’autorità. La vostra scelta è l’ennesima colpa che ricade sulle spalle di coloro che hanno cercato di trasformare la Chiesa Cattolica in una setta come tutte le altre.

ANNAMARIA: Mi dispiace che definisca la chiesa cattolica una setta — pur riconoscendo tutti i suoi errori dottrinali, l’ho molto amata, purtroppo devo riconoscere che è tale, ma non a causa del concilio Vaticano II, piuttosto perché fin dai primissimi secoli ha continuato a dare ascolto a falsi profeti e certe loro dottrine sono diventate dogma. Eppure Pietro, Paolo, Giovanni e Giuda mettono in guardia contro i falsi dottori.

Cattolico romano: Ringrazio Dio per l’immeritata grazia che mi ha fatto, di concedermi di poter avere contatti con ambienti dove insegnamenti e liturgie non sono cambiate.

ANNAMARIA: Come sono rimasti questi insegnamenti e liturgie? Sono quelli che si leggono nei primi capitoli degli Atti? Se sono tali andrebbero molto bene, ma se sono molto simili a quelle del Medioevo, dubito che siano secondo l’insegnamento biblico. Mi perdoni, ma sorge in me il dubbio che sia un nostalgico di Marcel Lefebvre il quale amava i riti in lingua latina . Se così fosse le ricordo che Gesù, viceversa, voleva farsi capire dalla gente, era venuto fra noi per essere uno di noi, per parlare come noi; gli evangelisti poi non hanno scritto in greco aulico i loro Evangeli, ma nel linguaggio usato dal popolo.

Cattolico romano: Se v’interessa saperne di più, contattatemi. Vi potrò parlare, tra l’altro, (sempre se sarà gradito) di comunità monastiche, anche italiane, dove la vita scorre così come la conosceste agli inizi della vostra vicenda religiosa. Dio, anche per intercessione dell’Addolorata, che commemorammo ieri, ci benedica. Raffaele M. {08-03-2008}

ANNAMARIA: A noi basta l’intercessione di Dio Padre, del suo Figlio e dello Spirito Santo. Non abbiamo niente in contrario a mantenere la corrispondenza, ma dei monasteri, conventi o istituti, preferiremmo non parlarne perché come le ho scritto sono forme religiose che non fanno parte del piano di Dio per la salvezza. Anche noi chiediamo per lei benedizione, luce e grande amore per la Parola di Dio. Un caro saluto da Cristiana e Annamaria.


LEGGI LA TESTIMONIANZA DI CONVERSIONE DI ANNAMARIA MAZZARI (ex suora)