Testimonianza del fratello Scognamiglio Muller


Sono nato ai portici (Napoli) il 10 ottobre 1927. Finita la scuola media inferiore, decisi d’iscrivermi in una scuola missionaria francescana, dove seguii i corsi del liceo come allievo interno. Le spiegazioni relative alle parabole bibliche che i preti cattolici mi davano, fecero nascere nel mio cuore un grande desiderio di pace con Dio, di una vita secondo il suo pensiero e di certezza. Nella mia fede infantile, volevo assomigliare a Gesù.

Ma l’esperienze che ho vissuto nelle missioni, mi mostrarono rapidamente l’inutilità della messa quotidiana, parimenti la confessione settimanale, la recita giornaliera del rosario, l’adorazione delle statue e delle reliquie dorate, non mi potevano soddisfare. Malgrado le mie preghiere in latino, ero e rimanevo un peccatore come tutti gli altri intorno a me: superiori, professori, amici. La mia delusione per questa storia missionaria arrivò a tal punto che decisi di ritornare a casa.

Dopo la guerra fui per quattro anni studente della facoltà di diritto all’università di Napoli, ma  nessun professore … cosiddetto, neppure colui che più tardi divenne “Presidente della Repubblica Italiana”, riuscì mai tramite le sue sapienti esposizioni, a donare una soluzione alla mia inquietudine e alla mia insoddisfazione. Il mio cuore rimaneva tormentato e le mie aspirazioni non realizzate. La politica, non mi permise più di realizzarmi … “sebbene fossi responsabile del servizio stampa e divulgativo di un grande partito”.

Nonostante molti politici italiani e stranieri di quel tempo mi sono ancora noti e malgrado mi occupavo di formare altri organici nella sezione del partito, non pervenni mai alla ben minima risposta alle domande vitali che mi ponevo. Il mio cuore restava ripieno di un intenso cuore di pace con Dio. Sebbene alle volte sgorgava in me questa esclamazione dell’apostolo Paolo: “miserabile uomo che sono! Chi mi libererà da questo corpo mortale?” 
A quel epoca non conoscevo la risposta: “grazie sia reso a Dio per Gesù Cristo nostro Signore” (Romani 7:24-25).

Dopo il servizio militare studiai filosofia, e dopo un anno di noviziato, la teologia in un istituto monastico specializzato. Nell’aprile 1973, mi fu rilasciato dal direttore di questo istituto un certificato per questi anni di “Buona Condotta”, secondo la Chiesa Cattolica Romana ma non per Dio. Ma né queste cerimonie (menzionate all’inizio di quest’articolo), né i voti da monaco, né le forme di preghiera, né le veglie notturne mi donarono pace e sicurezza, perché Dio non era con me, non c’era in ciò che facevo e che fanno tutti i preti, sacerdoti e vescovi. Il digiuno, le punizioni corporali e le preghiere ai santi furono incapaci di liberarmi dal vizio del fumo! Sotto il peso, da una parte, della potenza dominante del peccato nella mia vita, e dall’altra parte, della mia incapacità a vivere, decisi di mia volontà di lasciare il convento e ad ottenere dai miei superiori il permesso per farlo. Pensai allora: “Se Dio è inaccessibile ed io devo essere perduto, preferisco tornare nel mondo”. E così feci. Ma i disegni del Signore erano tutt’altro a mio riguardo.

Il giusto vivrà per fede!
Attraverso letture bibliche personali e predicazioni evangeliche (a casa di mio suocero Werner Muller, allora evangelista nato a Berna, di cui ho conservato un bellissimo ricordo, per la sua vita esemplare di credente fedele), potei finalmente afferrare ciò che la chiesa cattolica si sforza di tenere nascosto ai suoi fedeli, sapere cioè che il giusto vivrà per fede, e che la giustizia non si ottiene tramite sforzi umani. Lo Spirito Santo, mi fece comprendere e più tardi accetare personalmente, che Gesù voleva divenire il mio Salvatore, che era morto per i miei peccati e che aveva pagato per i miei debiti con il suo grande sacrificio compiuto una volta per tutti, e di portata eterna. Dovevo crederlo con riconoscenza ed essere un discepolo fedele, soltanto così potevo fare le opere che Egli aveva preparate per me. Queste furono per me delle nozioni completamente nuove, che erano fondate sulla parola di Dio.

La grande
 sconosciuta
La parola di Dio era giustamente ciò che mi mancava al monastero. Certo noi dovevamo studiare la teologia, registrare i numerosi commenti e opinioni umane; ma la Bibbia era la grande sconosciuta, un libro sigillato con sette sigilli. La semplice lettura del Santo Libro non ci fu mai raccomandata onde evitare di vedere sorgere dei nuovi “Lutero”. In più la chiesa cattolica non accetta alcuna interpretazione delle Sante Scritture che quella del Papa,e in certi casi particolari quella dei vescovi, cosa che succede ancora oggi. Al principio della mia prima vita di fede, i libri della casa editrice Beatenberg, mi furono di grande aiuto. Gli scritti di Madame Wasserzuf mi diedero un insegnamento considerevole e prezioso. Messaggi radiofonici mi fecero conoscere l’opera cristiana del fratello Wim Malgo. Fu durante una sede di riunione, che egli diede a Berna, che le mie due figlie si decisero ad accettare Cristo. Dovunque Dio mi manda cerco di dimostrare che la sua Parola è di una importanza vitale, Essa è la sola vera sorgente che ci permette di conoscerLo, amarLo e servirLo in Spirito e Verità.

Voi dovete “nascere di nuovo”! (Giovanni 3:3)
I credenti cattolici che domenica dopo domenica si recano in chiesa per assistere a delle cerimonie incomprensibili, ma lasciano questo luogo sempre da peccatori, mi spingono a proclamare dovunque che l’uomo deve sperimentare la nuova nascita per mezzo “dell’acqua”: la vivente Parola di Dio e dello Spirito Santo. Altrimeni si corre il rischio di non potere vedere il Signore né in questa vita presente né nell’eternità. Fu questo principio di necessità assoluta che Gesù presentò al saggio dottore della legge Nicodemo per chiedergli se avesse voluto raggiungere lo scopo della sua vita.       
Cari lettori non vi lasciate ingannare dalle dichiarazioni umane in opposozione al testo Biblico (per esempio, la messa presentata giorno per giorno, la ripetizione del sacrificio di Gesù sulla croce), per delle pratiche che confinano con la magia (come i sette sacramenti). Non indirizzate le  vostre preghiere ai morti, che essi siano della vostra famiglia o ancora cosiddetti santi: secondo la Bibbia è abominevole. Niente di tutto ciò vi potrà donare la pace di cui voi avete urgente bisogno. Essa non è possibile senza il perdono dei peccati che non può essere donata dagli stessi peccatori, ma solo da Gesù Cristo! Leggete 2° Epistola di Giovanni Apostolo cap. 2 vers. 8-11.

Dio vi ama di un amore eterno!
Egli ha preparato per la nostra vita un piano semplice e meraviglioso. Gesù ha pagato per voi una volta per tutte. Voi potete ottenere gratuitamente la giustizia valida secondo Dio. Accettatelo e gioite per essere venuti al Padre Celeste che vi ama. Leggete la sua Parola e seguite le direttive dello Spirito Santo. Cercate di contattare dei credenti cristiani evangelici rispettosi della Bibbia e assistete regolarmente alle loro riunioni, soprattutto quelle consacrate alla preghiera. Tali cristiani sono sempre delle persone che quotidianamente fanno l’esperienza del perdono e della benedizione vivendola come colui che morì anche per te, pagando il prezzo del tuo riscatto. Voi riceverete così, giorno per giorno, la forza necessaria per essere dei veri discepoli di Gesù. Ricordate che i vostri peccati non dovete confessarli ai preti, ai vescovi o ai sacerdoti, ma solamente a Dio vostro Padre e Signore che è la vostra vita.

Dio vi benedica!